Gerenzano 5 feb 2018
Sabato. Giorno di Baskin. Ma oggi è una giornata speciale: stamattina non ci sono i consueti allenamenti,
c’è la prima partita del Campionato. Già a colazione le emozioni si intrecciano: io ho due ragazzini, due giocatori, due diverse abilità, due facce della stessa agitazione: a che ora è? Quando partiamo? Io quando entro? Io ho paura..
Dopo pranzo si parte in auto per Gerenzano. Mezz’ora e finalmente arriviamo: cerchiamo la Squadra.
Negli spogliatoi mentre togliamo i giubbini l’agitazione tra i ragazzi è palpabile ma appena entrano in campo per riscaldarsi il pallone in mano sembra dare quella fiducia che prima sembrava perduta.
Arrivano finalmente le divise e negli spogliatoi tutti fremono per ricevere e indossare alla svelta quella col numero del proprio ruolo sul campo.
Ormai ci sono tutti: ultimo riscaldamento, ognuno al canestro adatto alle proprie abilità, tutti in fila ordinati.
Manca poco: per caricarsi, tutti riuniti in uno splendido cerchio rosso a urlare “1-2- 3…forza SanFru..
Oleeee!!”
Sugli spalti anche il gruppetto genitori inizia ad agitarsi: fischio d’inizio!
Non conosco ancora le regole del Baskin ma seguo con gli occhi i ragazzi checorrono con impegno per il campo, alle prese con regole del gioco ancora da assimilare bene. Qualcuno perde la palla, qualcuno si lancia a terra sul campo, qualcuno tira frettolosamente, qualcuno difende bene, qualcuno sbaglia i passi, qualcuno fa canestro, tutti ce la mettono tutta…
Sono seduta sugli spalti, sopra i canestri a metà campo, quelli ad altezza più accessibile per capirci, e vivo le emozioni e la concentrazione sul viso di chi sente l’importanza del proprio tiro per l’intera squadra.
Qualcuno va a canestro, qualcuno per questa volta no.
Chi non gioca tifa da bordo campo e partecipa attento alle emozioni di chi corre in campo o aspetta davanti al canestro. Alla fine dei 6 tempi tutti hanno avuto il loro ruolo nella partita e questo per me è semplicemente fantastico!
L’incontro finisce con la sfilata, con lo sportivissimo saluto tra le squadre e la foto di rito, un modo per ritrovarsi insieme dopo le emozioni vissute.
I ragazzi sono stanchi, la prima partita forse non si è conclusa con la vittoria a cui chiunque giochi aspira ma li osservo e mi sembrano felici: forse hanno vinto la loro sfida, quella che tutti hanno diritto di fare con se stessi e coi coetanei: mettersi alla prova, mettersi in gioco insieme, crescere insieme.
Da genitore non posso non essere soddisfatta: i miei figli rivestono ruoli ben diversi in campo ma entrambi si sono sentiti parte di una Squadra, perché questa Squadra ha BISOGNO di ENTRAMBE le loro ABILITA’ ed entrambi loro hanno bisogno di questa Opportunità.
Ah, in casa siamo già carichi per la prossima partita: “mamma quando è? A che ora andiamo?”
Grazie SanFru, Grazie ragazzi, Grazie Alessandro, Mariza e tutti i volontari senza i quali nulla è possibile… alla prossima!!
Tiziana, mamma di Riccardo e Federico